May 21 24
Tutto sulla tassa di soggiorno a Roma per gestori e proprietari di case vacanze
In molte città italiane e non solo viene richiesto ai turisti di pagare la tassa di soggiorno, una piccola somma, la quale dovrebbe poi essere reinvestita in servizi utili alla comunità come trasporti, manutenzione delle aree verdi e delle strade, restauro e manutenzione delle opere d’arte.
La tassa di soggiorno a Roma viene richiesta ai non residenti e il suo importo varia in base al tipo di struttura in cui si pernotta.
Le tariffe sono state aggiornate nel 2023: per le case vacanze e gli immobili destinati alla locazione breve la tassa di soggiorno Roma è tra i 5 e i 6 euro, mentre per gli hotel l’importo varia in base al numero di stelle della struttura e può arrivare a 10 euro al giorno in caso di hotel a 5 stelle.
Come funziona la tassa di soggiorno a Roma
La tassa di soggiorno è applicabile per un massimo di 10 notti, intendendo quindi pernottamenti consecutivi presso la stessa struttura. Sono esclusi dal pagamento della tassa di soggiorno i minori di 10 anni, i malati e le persone che li assistono e anche alcune categorie di persone come accompagnatori turistici, autisti, appartenenti alle forze dell’ordine.
Parlando di una casa vacanze, il compito di incassare il contributo dovuto spetta al gestore della struttura, il quale deve rilasciare ai turisti una ricevuta in cui si attesta il numero di notti di pernottamento e il relativo contributo di soggiorno richiesto.
L’importo della tassa di soggiorno deve essere ben chiaro agli ospiti; pertanto, sulla ricevuta deve essere separato da quello della locazione riportando la dicitura “Assolto contributo di soggiorno per Euro…”.
Il gestore insomma agisce come agente contabile ed è responsabile del pagamento del contributo, con diritto di rivalsa nei confronti degli ospiti, in caso di mancato pagamento da parte loro.
Obblighi di comunicazione e scadenze da rispettare
In caso di locazioni brevi, il gestore deve presentare al Comune di Roma una comunicazione trimestrale in cui deve indicare il numero degli ospiti che hanno pernottato presso la casa vacanze nel periodo di riferimento, compresi quelli esenti dal pagamento della tassa di soggiorno a Roma.
Tale comunicazione deve necessariamente essere presentata anche se la struttura è rimasta sfitta rispettando le seguenti scadenze:
- 1° trimestre – 16 aprile
- 2° trimestre – 16 luglio
- 3° trimestre – 16 ottobre
- 4° trimestre – 16 gennaio dell’anno successivo.
Per assolvere l’obbligo di comunicazione bisogna utilizzare gli strumenti telematici messi a disposizione dal Comune di Roma. I versamenti della tassa di soggiorno incassata dai turisti devono essere effettuati al termine di ciascun trimestre, rispettando le stese scadenze della trasmissione delle comunicazioni. I pagamenti avvengono tramite PagoPA scaricando l’Identificativo Univoco di pagamento (IUV) dopo aver presentato la comunicazione. Il versamento può essere effettuato per via telematica o presso gli uffici postali, i punti vendita autorizzati o presso le banche con modello F24.
Ogni anno poi i gestori delle case vacanze devono infine presentare al Comune di Roma, entro il 30 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, la resa del conto giudiziale poiché sono identificati come “agenti contabili della riscossione”. A tal fine devono presentare un apposito modello riepilogativo. Il Comune a sua volta inoltrerà il conto giudiziale alla Corte dei Conti segnalando eventuali incongruenze.
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