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CIR e CIN per affitti brevi: cosa cambia e quali sono le novità?

Sep 30 24

Cos’è il Codice Identificativo Nazionale CIN per gli affitti brevi e come richiederlo

Se gestisci una casa vacanze di lusso a Roma, sai bene che buona parte del lavoro consiste nell’adempiere a numerose incombenze burocratiche, il che richiede un aggiornamento continuo sulle normative che interessano le locazioni turistiche.

Recentemente, la necessità di regolamentare il sistema attuando maggiori controlli ha spinto il legislatore a introdurre una nuova norma che dispone l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) per gli affitti brevi.

Il CIN deve essere richiesto obbligatoriamente da tutte le strutture ricettive che operano nel settore degli affitti brevi, onde evitare le sanzioni previste in caso di inadempienza.

Vediamo quindi cos’è il codice CIN, come richiederlo e in che cosa si differenzia dal codice CIR per gli affitti brevi.

Cos’è il CIN, il nuovo Codice Identificativo Nazionale per gli affitti brevi?

Il CIN è un codice univoco a livello nazionale, introdotto per uniformare la regolamentazione degli affitti brevi su tutto il territorio. Questo nuovo codice per gli affitti brevi va ad affiancarsi al Codice Identificativo Regionale (CIR) e a tutti gli altri codici presenti nelle varie regioni.

Il codice identificativo affitti brevi CIN viene assegnato dal Ministero del Turismo agli immobili turistici, che entrano così a far parte di una Banca Dati Nazionale.

Lo scopo, ovviamente, è quello di facilitare la tracciabilità e il controllo delle strutture, così da garantire una gestione più trasparente dell’intero settore degli affitti brevi.

Nei fatti, il CIN per gli affitti brevi si compone di una serie numeri e lettere che stanno ad indicare:

  • il codice di ricodifica del Ministero
  • i codici ISTAT di Provincia e Comune
  • il codice di classificazione ISTAT
  • una sequenza alfanumerica casuale per garantire l’unicità del codice.

Quali sono le differenze tra CIR e CIN

Il CIN per gli affitti brevi va a sostituire il CIR, andando ad ufficializzare presso il comune competente l’apertura dell’attività.

Inoltre, a differenza dei vecchi codici CIR, il CIN inserirà la struttura in una Banca Dati Nazionale, contenente le informazioni di tutte le strutture ricettive italiane.

Per quanto riguarda il codice CIR, come ottenerlo non sarà quindi più un problema.

Quando entra in vigore il CIN per gli affitti brevi e come richiederlo

Il CIN è ufficialmente entrato in vigore il 3 settembre 2024, con la pubblicazione della normativa sulla Gazzetta Ufficiale. Tutte le strutture ricettive italiane hanno 60 giorni di tempo per adeguarsi alla nuova regolamentazione: devono obbligatoriamente richiedere il codice, esporlo presso la struttura e sui portali online.

Come fare? Il codice CIN va richiesto online al Ministero del Turismo, seguendo una procedura automatizzata:

  • il titolare della struttura deve presentare una richiesta formale, accedendo al portale con le proprie credenziali SPID o CIE
  • la domanda va corredata di documenti quali i dati catastali dell’immobile e l’autocertificazione attestante il possesso dei requisiti di sicurezza
  • le case vacanze gestite in forma imprenditoriale devono confermare il loro codice ATECO
  • le nuove strutture devono inoltrare una richiesta alla Regione prima di richiedere il CIN.

Per quanto riguarda gli affitti brevi, il codice identificativo CIN può essere richiesto, oltre che dal titolare della struttura, anche dal gestore o dal property manager, se in possesso di delega del proprietario.

Se sei stanco di rincorrere tutte le novità introdotte delle varie normative, puoi delegare la gestione della tua casa vacanze a un’agenzia specializzata in affitti brevi e medi, come iFlat. In questo modo puoi contare su uno staff di professionisti pronto ad occuparsi di tutte le incombenze burocratiche e legate all’attività.

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